La vitalità naturale che sprigionano i testi di Bortoluzzi, tenuto conto dell’età decisamente avanzata del loro autore, è un messaggio molto sorprendente e dotato di una chiarezza a suo modo davvero persuasiva. Lo è anche perché, in questi versi, domina una piena consapevolezza dell’umana precarietà e del breve tratto di vita che spetta ancora all’anziano, il quale non cerca affatto di autoingannarsi, ma dice chiaro: “Semo sull’orlo / veci oramai / un fiatin comici”. Dialetto veneziano, il suo, limpidissimo e musicale, che si scandisce in versi brevi, brevissimi, proprio perché rapida, acuta, vuole essere la sua pronuncia, sottolineata da movimenti percussivi che ne accentuano quel senso di netta fisicità che li domina, che domina lo sguardo del poeta sul mondo. Una fisicità che trionfa soprattutto nell’osservazione delle donne, da quelle che osserva curioso passare, per arrivare fino a quella “Madonnina dei dolori che ride”.
Questo forte senso del corpo, della materia dell’esserci, è trattato da Bortoluzzi con molto garbo, con delicatezza e grazia e con accenti che a volte fanno venire alla mente poeti veneziani d’altre epoche.
Giuseppe Bortoluzzi, di famiglia veneziana, è nato a Genova nel 1918, dove la famiglia era riparata verso la fine della prima guerra mondiale e vive da lungo tempo a Varese. Ufficiale degli Alpini, è stato internato in Germania per due anni, avendo rifiutato lusinghe e sconti repubblichini. Bortoluzzi non confessa la sua età a chi la chiede. Risponde, in enigma: «Se allungo la mano sento i cento». Alla laurea in legge, presso l’Università di Pavia, è seguita la professione di notaio nella quale si è infilata dapprima la fotografia d’arte (con pubblicazioni di libri e significativa collaborazione a «Il Mondo» di Pannunzio) e poi la poesia. Ha pubblicato: Scusi, è lei la mia poesia?, con prefazione di Cesare Segre (Scheiwiller, 2005), Fiori e picche, con prefazione di Clelia Martignoni (Campanotto, 2009), Plaquette per Lu, dedicata alla moglie (edizione fuori commercio, 2013).
Ci ha lasciato nel 2021, a 102 anni
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