a materia dell’amore è un libro dall’identità molto precisa, sul piano tematico come su quello dello stile. Ruota attorno a una vicenda di cui il titolo stesso ci fornisce una prima indicazione, ed è una vicenda nella quale prendono parola entrambi i personaggi coinvolti. Nella tensione anche aspra e nei ricordi, nel progredire di un doloroso distacco, tracciano, per frammenti, la loro storia interrotta, propongono con tenerezza e violenza, una serie di quadri, di vissute scene che costituiscono, appunto, l’oggetto, la materia del loro contendere e del loro amore. Un motivo di originalità del libro, dunque, è anche nel suo svolgersi quasi teatrale, con due figure centrali ben precise e pochi comprimari, che appaiono come vaghe ombre circostanti.
Ma l’amore di cui parla Maconi non è solo questo, non è solo in questa vicenda, dalla quale sente di essere “scivolato via / impercettibile”, perdendo in parte anche se stesso. Si estende, infatti, a una più ampia e complessa realtà del sentimento, che sostanzia ulteriormente il libro, allargando la dimensione affettiva ad altre figure dell’amore e del dolore: figure parentali, figure dell’amicizia, che danno vita a nuove scene in cui l’autore completa una sorta di sintesi lirica di un tempo cruciale della sua esistenza.
Si tratta di un poeta in cui l’emozione si fa sentire decisiva, ma che pure possiede una disciplina stilistica molto attenta, molto severa. La sua cifra, per carattere e vocazione, è sicuramente nella grazia e nella tenerezza. Radicando però la sua lirica nel concreto dell’esperienza, ecco che il testo registra fedele, nelle sue fenditure, questi sussulti, queste scosse anche assai brusche. Così capita che la composta economia linguistica del suo procedere subisca a sua volta interferenze inattese e dunque l’insorgere di modi e accenti più acuti e taglienti, che registrano la verità dell’emozione e danno forza drammatica al testo.
Mauro Maconi nasce a Varese nel 1958. Pubblica poesie sulle riviste Il Policordo, L’altro versante e Caffè Michelangiolo. Nel periodo 1976-78 va in onda a Radio Varese con la trasmissione culturale Il castello, per la quale scrive critiche letterarie ed editoriali venati di ironia e di scetticismo laico. Tra gli anni ‘80 e ‘90 è attivo come promotore di letture poetiche a Varese con i migliori autori. Nel 1996 vince il Premio Nazionale di Poesia Il Fiore, a Chiesina Uzzanese (PT). Nel 1998, assieme a M. Cucchi e M. Borroni, fa nascere l’idea di questa collana di poesia. Nel 1999 esce il suo primo libro di poesie La materia dell’amore (Stampa, Brunello).
Scompare prematuramente nel 2001. Nel 2006 l’Almanacco dello Specchio (Mondadori) pubblica il poemetto Il commesso.
Nel 2011 esce il suo libro postumo L'indifferenza del tempo, comprendente La materia dell'amore e Il commesso, oltre ad un'ampia scelta di testi inediti curata da Marco Andrea Borroni.
Nello stesso anno SEA Aeroporti Milano istituisce il premio di poesia che porta il suo nome. Dal 2013 Stampa 2009, assieme a Giuseppe Bonomi, si è fatta promotrice del Premio che prosegue tutt'ora.
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