Nell’affabile, saggia normalità della sua pronuncia, nel gioco, abilmente articolato e libero, delle sue terzine narrative, Renzo Paris entra nell’assurda concretezza reale di un tempo, il nostro, stravolto dall’imprevedibile vicenda del morbo che ci ha storditi e messi in quotidiano contatto con la morte. Ne escono visioni poetiche popolate di fantasmi e ansia, ma soprattutto si manifesta un vero e proprio popolo di personaggi vari, povera gente proveniente da varie parti del mondo. Sono figure dai contorni marcati, presenze molto nette e coinvolgenti, proposte nei loro affanni e nella loro ben magra o triste sorte. In tutto ciò non manca il riaffacciarsi della memoria, recente o più remota, magari ancora portata a galla dai personaggi, come quello indimenticabile, dall’aria di «filologo leopardiano», che torna per esempio a parlare dal Sessantotto. Il pensiero dell’autore si spinge poi ancora più indietro nel tempo, con episodi della sua giovinezza in Abruzzo, il suo «piccolo Tibet», con l’apparire di altri volti di povera gente, costretta a emigrare, vittima di una sorte che non può non riallacciarci a quella dei migranti della nostra epoca.
Renzo Paris è nato a Celano nel 1944. A tredici anni si è trasferito con la sua famiglia a Roma, dove tuttora vive. Ha raccolto in tre libri le sue poesie: Album di famiglia, Il fumo bianco, Il mattino di domani. Respiro chiude il suo canzoniere. Ha tradotto per gli oscar Mondadori le poesie di Guillaume Apollinaire e di Tristan Corbière e quelle di Jacques Prévert per Tea. Ha rievocato la vita di Apollinaire ne La banda Apollinaire. Ha pubblicato diversi romanzi tra cui Cani sciolti, Ultimi dispacci della notte, La croce tatuata e La vita personale. Ha firmato quattro romanzi biografici su Alberto Moravia, Ignazio Silone, Pier Paolo Pasolini e Amelia Rosselli, e Cattivi soggetti. Gli ultimi fuochi del Novecento. Ha insegnato letteratura francese in diverse università. Collabora a «il venerdì» di «Repubblica», «il manifesto» e «Il Fatto Quotidiano».
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