Le migliori voci della nuova poesia italiana

Le migliori voci della nuova poesia italiana

In ricordo di Giampiero Neri

Gampiero Neri, il decano dei nostri poeti, ci ha lasciato. Noi di Stampa2009, orgogliosi di avere in uscita Un difficile viaggio che raccoglie suoi testi apparsi in quattro volumetti anticipatori delle edizioni Ares, lo vogliamo ricordare con le Parole di Giovanni Raboni e di Maurizio Cucchi.

«Un lavoro minuzioso e testardo sulla frase, trattata come unità metrica di base, come nucleo espressivo la cui evidente specificità e autonomia supera sia la tradizionale funzione assertiva dell’unità verso, sia la tradizionale funzione trasgressiva dell’enjambement e annulla, assorbendolo, lo spessore irraggiante della parola singola, è il dato più immediatamente appariscente ricavabile dai testi poetici di Giampiero Neri. […] Un impasto, si vorrà notare, complicato e sottile fino alla sofisticazione, dentro il quale Neri preme l’enigmatico stampo di un’ottica cauta, lenticolare e demoltiplicata come quella di un insetto; non per niente, nei suoi testi, compaiono da un lato riferimenti entomologici, come se lo scrittore tendesse maliziosamente a scambiare le parti fra soggetto e oggetto, dall’altro più coperte e concrete allusioni a un mondo reso indecifrabile, ma non per questo visitato con meno acre pazienza, da un’improvvisa, umoristica e straziante differenza di scala» così Giovanni Raboni presentava sul Primo numero Dell’Almanacco dello Specchio (Mondadori 1972) L’aspetto occidentale del vestito.

 

Il nuovo dottor Livingstone
intanto cerca di fare altre cose,
lascia un margine bianco sul tuo diario.
Viaggiatore notturno nella città,
una lettera è spedita al tuo nome
una corrispondenza che credevi interrotta
ritorna con misteriosi legami,
considera la tua fedeltà al passato.
Da questo punto di vista
una comune esperienza si fa strada,
ci incamminiamo per Roma
straordinaria antichissima città quadrata.

 

Dall’introduzione a Un difficile viaggio di Maurizio Cucchi

«Indiscusso maestro del poemetto in prosa, fin dal suo straordinario esordio con L’aspetto occidentale del vestito, figura rilevante della nostra poesia tra secondo Novecento e presente, Giampiero Neri ci offre una novità divisa in quattro capitoli, internamente coerenti per fisionomia stilistica e articolazioni tematiche. Apparsi in precedenza, nell’arco di due anni, in quattro volumetti anticipatori delle edizioni Ares, questi testi ci confermano l’attualità di un autore che è il decano della poesia italiana e che si muove tra narrazione e osservazione gnomica e vicende storiche, tra memoria – che affonda le sue radici e origini in un passato che è spesso quello della sua giovinezza – e lettura del suo riapparire oggi, alla limpida luce della mente e del pensiero del poeta. […] Un altro aspetto interessante di questo lavoro ci porta a una novità speciale nella biografia letteraria del nostro. Nel senso che la sue proverbiali e sapienti lunghe gestazioni delle opere, con tempi insoliti di attesa tra un’uscita e l’altra, hanno lasciato il posto a una fluidità naturale e scioltissima della pagina e al concretizzarsi di un capitolo dopo l’altro dopo brevissimi intervalli, come il frutto naturale di una vitale, incalzante necessità. Venendosi così a creare una sorta di originale caleidoscopio capace di coinvolgere agevolmente il lettore, appagandolo nella varietà aperta delle sue libere proposte.»

 

Il pericolo maggiore che incombe sull’uomo che ha
perso il lavoro è la paura di non trovarne un altro.
Con il passare del tempo, la strada che in nessun
modo potrà aiutarlo è quella più alla portata.
Attila aveva pensato ad alcune norme di
comportamento. La principale era di aggrapparsi
alla propria identità, nome e cognome, e di non
barattarla per niente.
Qualcosa come il Cogito ergo sum di Cartesio.

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