Partendo dal titolo di un memorabile film di Michelangelo Antonioni del ’64, appunto Deserto rosso, dove è al centro una figura femminile inquieta e tormentata, Maria Borio compone un testo in due parti di intensa coerenza interna. La protagonista, rivolgendosi a un interlocutore reale o immaginario, scrive a partire a sua volta da una situazione di profondo disagio e insieme di sensibile apertura viva al reale che la circonda, in cui è anzi immersa. Una realtà anche naturale, talvolta vissuta come un sogno o un’allucinazione carica di tracce e presenze varie, in cerca sempre della parola autentica, «in questa cosa laica che è il mondo».
La compattezza materica del suo tessuto espressivo si offre con singolare densità, tutta minuziosamente da esplorare, in una straordinaria serie in felice accumulo di sensazioni e circostanze. Ma poi il rosso deserto di Maria Borio si sviluppa articolandosi in movimenti strofici, conservando la densa energia nei rivoli molteplici dell’osservazione di sé e del mondo e nella riflessione sull’identità e il senso del nostro esserci. Un capitolo molto significativo di una delle nostre giovani voci di più solida personalità.
All'interno riproduzioni di due opere di Linda Carrara.
Di questa edizione 200 copie sono numerate a mano.
Maria Borio, poeta e saggista. Ha scritto le raccolte di poesia Vite unite (in XII Quaderno di poesia contemporanea, Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-LietoColle, 2017) e Trasparenza (collana “Lyra giovani” a cura di Franco Buffoni, Interlinea, 2019).
Ha pubblicato le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui (Marsilio, 2018). Cura la sezione poesia di «Nuovi Argomenti».
Photo: Dino Ignani
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