Opera prima di Carlo Valtorta, quarantenne lombardo di sabiana onestà, che ha letto Vittorio Sereni e Giovanni Raboni, che ha fatto tesoro della medietà realistica e della sensibilità non esibita della loro opera, che si è inserito, insomma, con energia vitale tutta propria, su un tronco forte della nostra poesia contemporanea.
Si annidano, nei suoi versi, le inquietudini e i brividi sottili che increspano i panorami più apparentemente quieti, i paesaggi della Brianza o di Milano e delle “fabbriche luminose dell’hinterland”. Nelle sue liriche troviamo un colorito popolo di personaggi vari in una “carambola di volti senza contorno”. Ecco allora stagliarsi paradossale “il ginnasta ottocentesco”, i ragazzi che si aggirano “come ectoplasmi nella nebbia”, i “ciclisti di viale Fulvio Testi”, gli “attori ingrassati”, i “mangiatori di cocomero”, “l’adescatrice con i soldi nelle scarpe”, fino alle povere “sirene nigeriane”, personaggi che nella banalità della loro dimensione quotidiana sanno comunque dignitosamente resistere.
Carlo Valtorta è nato a Carate Brianza nel 1959. Vive e lavora a Besana Brianza. Ha pubblicato la sua prima raccolta nel 2003, La luna di Greco (Stampa, Brunello – Varese). Suoi testi sono presenti nell’«Almanacco dello Specchio», Mondadori, Milano 2005.