In questi nuovi testi di Marco Pelliccioli domina un particolarissimo sovrapporsi di fisica concretezza del reale e suo continuo trasfondersi in una dimensione ulteriore, tra sogno e allegoria. Eccoci allora di fronte a una serie, coinvolgente nella sua complessità, parzialmente insondabile, di apparizioni multiformi, dove l’esserci umano viene a occupare la scena accanto ad altre figure, a presenze del mondo vegetale e animale, in una sorta di suggestiva e sempre attiva apertura di senso. Pelliccioli lavora con rigore su diverse ipotesi formali, in una cangiante densità espressiva che lo porta, nella necessità di modulare la propria inquieta narrazione meditativa, dal verso breve al suo ampliarsi fino a dilatarsi nel corpo della prosa lirica. Ne scaturisce una musica capace di realizzarsi in una efficace, energica, pluralità di registri. Il sogno del pesce gatto possiede la fisionomia e i fitti percorsi interni di un’opera di viva compiutezza originale e conferma la validità di questo autore quarantenne, che è tra le personalità più persuasive e di punta della nostra nuova poesia di questi anni.
Di questa edizione 200 copie sono numerate a mano
Marco Pelliccioli è nato a Seriate (BG) nel 1982. Ha pubblicato: C’è Nunzia in cortile (LietoColle, 2014; Premio Albero Andronico), L’orfano (LietoColle-Pordenonelegge, 2016; Premio Colline di Torino); L’inganno della superficie (Stampa2009, 2019, Cinquina finalista Premio Città di Acqui Terme).
Del 2015 è il romanzo A due passi dal treno (Ed. Eclissi), segnalato dal Premio Calvino. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie, tra cui Giovane poesia italiana (Pordenonelegge, 2020), tradotta in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Per il Teatro Fontana di Milano cura la rassegna La poesia e la fontana e i corsi di Poesia italiana e straniera dal Novecento a oggi. È vicedirettore del collettivo poetipost68.
Foto di Dino Ignani
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