orenzo Caschetta, una delle poche figure di punta tra i nostri poeti quarantenni, frequenta con assidua emozione i dettagli della sua realtà quotidiana, del quotidano andare tra le cose, nell’umiltà e nell’insofferenza, nell’attrito costante in cui vive il suo difficile, complesso rapporto con il mondo. Ma la sua specificità, e diciamo pure la sua umana e poetica bravura, sta nel cogliere, ogni volta, la fenditura sinistra, l’anello che non tiene, il brivido che nella quotidianità anche più normale sempre si insinua. A volte sogna di retrocedere a una condizione naturale minima, eppure più in pace e armonia. Importante è poi la sua fedeltà alle radici, la terra dei suoi, la Basilicata che è anche quella di uno dei suoi maggiori punti di riferimento, Rocco Scotellaro. Incontriamo quella sua terra, mai del tutto perduta, nel ritorno a Melfi, nella sequenza dovuta a questo suo viaggio, ma anche altrove, nella costante e felice ricerca di una musica ruvida della parola, una musica verbale che lo riporti alla salute di un dire semplice e originario, che l’epoca e l’esperienza personale hanno quasi ormai del tutto cancellato.
Lorenzo Caschetta è nato il 4 gennaio 1975 a Modena, dove risiede, da genitori lucani. Il suo primo libro di poesie Carta annonaria (LietoColle, 2005) ha vinto il Premio Saba, Sezione Poesia Giovane – Opera Prima. Suoi componimenti sono usciti nel 2009 sull’«Almanacco dello Specchio» Mondadori. Con questa casa editrice ha pubblicato nel 2013 la raccolta di poesie Convalescenze.
Premi e Riconoscimenti
FINALISTA PREMIO FOGAZZARO 2018 – SEZ. POESIA EDITA
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