Nei diversi capitoli in cui si articola questo nuovo libro di Carlo Valtorta, assistiamo a un susseguirsi, a volte pacato, a volte quasi vorticoso, di impressioni, di sottili interpretazioni di un reale prevalentemente opaco (a tratti livido), eppure carico di senso. Il nostro poeta viaggia, perlustra territori diversi, esplora un nord che può essere quello della sua Brianza, dei laghi e delle prealpi lombarde, ma anche quello, ben più estremo e forse avventuroso per un viaggiatore nostrano, della Scandinavia, delle “ricche capitali del merluzzo”, dove gli appaiono “le forme entusiasmanti della neve”. Valtorta riesce a conservare comunque una gentilezza di tratto, anche di fronte al “soffio plumbeo delle cose”, nel raccontare o descrivere situazioni quanto mai prosaiche, di cui il suo occhio va costantemente a caccia. Lo fa con sensibile attenzione al dato minimo, alla minuzia del reale. Il suo andare è quello delle “estati in bicicletta”, delle gite sul territorio, dell’“esotismo / delle domeniche in Brianza”, in una condizione di ricercata normalità tanto tenace da sfiorare quasi la bizzarria di un anticonformismo senz’ombra alcuna di equivoco ideologico, in un grigiore a volte scontornato dalla desolazione, o rimanendo colpito da “l’ambigua meraviglia del reale”, dove si trovano anche turisti “americani che assaggiano / il riso col persico”.
Carlo Valtorta è nato a Carate Brianza nel 1959. Vive e lavora a Besana Brianza. Ha pubblicato la sua prima raccolta nel 2003, La luna di Greco (Stampa, Brunello – Varese). Suoi testi sono presenti nell’«Almanacco dello Specchio», Mondadori, Milano 2005.
Recensioni