In Forestieri, quello che più sorprende e coinvolge nella lettura sono la dimensione drammatica della vicenda che viene raccontata e il modo asciutto, senza fronzoli, eppure commosso, in cui il poeta conduce la sua narrazione lirica. Si tratta del racconto di un’esperienza di grave disagio, di dolore, con al centro una figura femminile. Però un racconto condotto per frammenti, la cronaca intermittente delle fasi essenziali di una storia personale e familiare, dove spesso l’autore dà la parola alla protagonista, come vediamo già dall’attacco, in cui dominano la desolazione e il buio che il personaggio vede attorno e dentro sé: “Anche oggi non riuscirà il mio viso / ad essere impassibile e superbo, / ma i bicchieri sono tersi / la tavola apparecchiata / la casa tutta in ordine…”.
La storia è dunque avviata, e proseguirà poi in vari modi, con grande ricchezza di situazioni prodotte dall’autore, a catturare l’attenzione del lettore e a emozionarlo. Eppure Miniello, oltre al controllo antiretorico del racconto lirico, ha dalla sua la capacità di cogliere le sfumature interne in positivo, i segni dai quali si intuisce che la sofferenza è ovviamente legata a delicata nobiltà d’animo, e che costituiranno le risorse profonde della protagonista per la sua riconquista di se stessa: “Dietro la sua vergogna / tremava un cuore ricco e stravagante”.
Non è facile trovare nella nostra poesia d’oggi la capacità di restituire con vigore una drammatica vicenda personale che è esempio di infinite altre; non è facile anche perché il rischio maggiore è sempre in agguato ed è quello di scivolare oltre il confine dell’enfasi. Eppure si sente il bisogno di una poesia capace di raccontare la vita, e di farlo senza autocompiacimenti e artifici. Per riuscirci occorrono naturalmente la virtù e la sensibilità del poeta, ma anche una statura morale non comune. Michele Miniello possiede queste qualità.
Michele Miniello, molisano, ha vissuto a Firenze per molti anni. Ha studiato a Torino dove si è laureato in letteratura russa. Successivamente i suoi studi si sono orientati anche verso la letteratura anglosassone. Ha pubblicato le raccolte di poesie: La consistenza dei contorni (Cesati, 1984), La fedeltà dei passi (Crocetti, 1986) e Falso giuramento (Esuvia, 1993) e due libri di prosa: Il volo (Cesati, 1986) e Venditori di fumo (Loggia de’ Lanzi, 1995. Nel 2016 esce Poesie (CartaCanta Editore), finalista al Premio Mauro Maconi 2017 e nel 2019 L'alito delle ombre (CartaCanta Editore). É scomparso nel 2021.
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