È questo un esordio assoluto che si impone per la maturità espressiva e per l’energia del linguaggio che attraversa e sostiene una serie di testi che vengono a costituire ben più che una prova o una plaquette, ma un vero e proprio libro, la cui fisionomia risulta già molto netta. Un elemento che la caratterizza è la necessità, felicemente pervasiva, di cogliere il senso del proprio esserci, nella realtà del presente, anche o soprattutto nel legame indissolubile con un passato dal quale emergono luoghi, situazioni, momenti dell’esperienza indimenticabili. Michele Hide introduce nei suoi testi paesaggi, personaggi, residui mnestici, che si sono accumulati nel tempo in un vasto deposito forse ancora in gran parte da visitare, come il baule del quartiere Zollikön di Zurigo dà il titolo al libro.
Di questa edizione 300 copie sono numerate a mano.
Michele Hide è nato a Charlotte (North Carolina) nel 1977. Vive a Milano. Il suo esordio poetico risale al 2014 con la raccolta di versi Il baule di Zollikön (Stampa 2009); segue la plaquette L’odore del cestino (Il Robot Adorabile, 2015). Sue poesie sono apparse su «Nuovi Argomenti» e su «l’immaginazione». È tra i poeti dell’antologia Velocità della visione. Poeti dopo il Duemila (a cura di M. Corsi e A. Pellegatta, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2017).
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