Una felice sorpresa, una poesia che ci arriva con l’energia netta, insolita e a volte anche sinistra di un giovane autore alla sua prima opera ma già presente con una personalità ben definita, dai contorni marcati e dalla sostanza aspra e grumosa. Matthias Ferrino, classe ’88, traccia i dettagli di una condizione esistenziale che è quella di una vita ridotta a uno stato residuale, a un vuoto peraltro carico di fisica concretezza, di oggetti a grappoli, in quella che chiama “indigenza” della materia, e di cui ci narra l’evidenza in un rapporto diretto col reale che produce decisivi attriti. Ferrino apre anche all’idea di un andare, di un movimento possibile verso un dove ignoto o irrilevante e illusorio. Un viaggio dove appaiono ombre, figure anonime, spettrali o già dissolte, che “cercano la vita di sempre, / non la trovano, ostinati cercano ancora / l’attimo di luce accecante, l’eterna / presenza dell’istante.” Figure che ci somigliano, essendo “Noi il vapore fragile dello spavento. / Noi lo stupore di ciò che ci manca.” Da queste citazioni risaltano un pensiero forte e una incisività verbale non comuni e una singolare forma di potente meditazione lirica.
Matthias Ferrino è nato ad Aosta nel 1988. Italo-francese, ha vissuto e svolto vari lavori in Italia, Francia e Spagna. Ha compiuto studi letterari all’Università di Torino e all’Université de Nîmes. Sue poesie sono apparse in varie riviste.
Premi e Riconoscimenti
VINCITORE PREMIO POESIA CITTÀ DI FIUMICINO 2019 – SEZIONE OPERA PRIMA
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