Un monologo, questo di Roberto Mussapi, che è soprattutto il racconto sensibilissimo e ricco di figure e quotidiani eventi di un tempo remoto, quello dell’infanzia e della scuola, nel quale ognuno potrà godere della felicità di ritrovarsi, di ritrovare il sentimento vivo di un passato, il proprio, nei suoi tratti più impressi nella memoria. Ecco allora i nomi e i volti dei compagni di scuola, i temi in classe e le partite, la saggia regia educativa del maestro, al quale il poemetto è dedicato: un personaggio centrale nella crescita dell’io narrante, il cui felice consenso diverrà un solido modello di riferimento.
Mussapi lavora su un doppio registro, e cioè quello orizzontale, narrativo-prosastico del vero e proprio racconto, e quello verticale, lirico-meditativo, eppure a sua volta descrittivo e concretissimo, dei corsivi sull’Universo e il suo aperto formarsi. Un microcosmo dentro la vastità del cosmo, un proiettarsi dell’uno nell’altro nel tempo non-tempo dell’umana memoria.
Di questa edizione 300 copie sono numerate a mano.
Roberto Mussapi, nato a Cuneo nel 1952, vive a Milano. Poeta e drammaturgo, è anche autore di saggi, di traduzioni da autori classici e contemporanei e di opere narrative.
Tra i più recenti volumi ricordiamo Il testimone (teatro, Jaca Book, 2007) Volare (Feltrinelli, 2008), l’audiolibro La grande poesia del mondo (Salani, 2010) dove sceglie, traduce e legge poeti da Omero a Yeats, Le metamorfosi (Salani 2012), racconto del capolavoro di Ovidio, e i volumi di poesia Lezioni elementari (Stampa 2009, 2015), La piuma del Simorgh (Mondadori, 2016). La sua opera poetica è raccolta nel volume Le poesie (Ponte alle Grazie, 2014, Presentazione Wole Soyinka, saggio introduttivo Yves Bonnefoy, a cura di Francesco Napoli).
È editorialista e critico teatrale di «Avvenire».
Photo: Michael Bergstein
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