L’autore ci racconta in queste pagine, nella concreta realtà anche quotidiana – e dunque nei luoghi vari, nei gesti, nei silenzi e nelle attese, nell’affacciarsi, dolce e doloroso, dei ricordi – il pervasivo senso di una mancanza. Accerchiato dal passato, nell’incertezza del presente e di un labile, aleatorio futuro, il poeta medita, assorto, sul senso strano della distanza dalla persona amata. Però, irrinunciabile, di continuo in lui si manifesta l’immagine sempre viva, e dunque la sua presenza nella mente, della figura di riferimento. E questo avviene, comprensibilmente e insieme paradossalmente, quanto più l’io lirico ne avverte, soffrendo, la lontananza. Attento all’«ombra della parola», Catelli compone un poemetto d’amore, muovendosi nella discrezione elegante del tono, passando dagli accenti di una lieve elegia a spunti prosastici, proponendo anche un inserto in vera prosa poetica. Il tutto nelle fasi di un percorso che è limpido, pur nell’incupirsi inevitabile e frequente del sentimento, in un incedere che risulta di immediata efficacia comunicativa.
Di questa edizione 200 copie sono numerate a mano.
Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate, tra cui «Corriere della Sera», «Nouvelle Revue Française», «Nazione Indiana», «L’Indice dei Libri». Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell’Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono tradotti in varie lingue. Dirige Café Golem, la pagina di cultura di eastjournal.net. Da più di vent’anni segue gli eventi dell’Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell’antico blocco sovietico.
Recensioni