È l’originalità forte e sdegnosa, il suo modo di scrivere lontano da ogni altra esperienza a lui contemporanea che contraddistingue la poesia di Alfredo de Palchi. Un’originalità non certo dovuta solo alla sua ormai lunghissima assenza dall’Italia, visto che è tale fin dalle sue prime prove, fin dal tempo, ormai remoto, di Sessioni con l’analista, uscito da Mondadori quando era ancora un giovane poeta. È un modo di leggere e interpretare il mondo diretto, senza mediazioni ideologiche, sempre personale, e dunque autonomo e sorprendente. Oggi, raggiunta l’età venerabile di novant’anni, l’energia violenta della sua pagina non solo non cede, ma sembra essere aumentata. Lo conferma in pieno questo nuovo libro, la cui fisionomia molteplice e arrogante riesce ad imporsi con insolita incisività.
Alfredo de Palchi, è nato a Verona nel 1926 e vive a Manhattan, New York. Dirige la casa editrice Chelsea Editions. Ha svolto, e tuttora svolge, un’intensa attività editoriale. Tra le raccolte pubblicate: Sessioni con l’analista (Mondadori, 1967; Mutazioni (Campanotto, 1988, Premio Città di S. Vito al Tagliamento); Paradigma (Mimesis/Hebenon, 2006); Contro la mia morte (Libreria Padovana Editrice, 2007); Foemina Tellus (Edizioni Joker, 2010). Ha curato con Sonia Raiziss la sezione italiana dell’antologia Modern European Poetry (Bantam Books, New York, 1966), Ha contribuito a tradurre in inglese molta poesia italiana contemporanea per riviste americane. È scomparso nel 2020.
Foto di Milo De Angelis
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