Il primo dono che ci offre questo libro di Giorgio Prestinoni è nella delicata assiduità del suo sguardo, nella malinconia pacata della voce. Possiamo apprezzarne il tono sommesso ma deciso, la nitidezza di una parola poetica che pure spesso ci racconta lo sfumare di presenze e immagini nella liquidità di un paesaggio, o ci rappresenta gesti umani sempre vicini a dissolversi nel tempo o a trascolorare nei moti dell’acqua. Eppure è un libro di evidente compattezza, e di solida disciplina stilistica. Osserva se stesso e la realtà esterna, le cose e le stagioni, ben consapevole della casualità del nostro esserci, della nostra coraggiosa pochezza, ma anche della nostra dignità. Il suo approccio è tendenzialmente pacato, a volte liricamente morbido, ma sa introdurre scarti improvvisi, ritmi franti, veri e propri strappi energici, attacchi di una sorprendente lucidità definitoria.
Giorgio Prestinoni vive a Varese, dove è nato nel 1957. Ha pubblicato poesie su “Lo Specchio” de La Stampa e sul libro collettivo Mi ricordo Mauro (Stampa, 2002, fuori collana). Alcuni suoi componimenti sono stati pubblicati nell’«Almanacco dello Specchio» (Mondadori, 2008). Nel 2010 è uscita la plaquette Giovanni (L’Arca Felice, Salerno, edizione non commerciale) e nel 2010 Venne l’angelo boxeur (LietoColle). Ha fatto parte della giuria del Premio di Poesia Mauro Maconi.
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